Marta

di Giusi Verbaro

Genere: Narrativa

Collana: Intrecci

2021, pp. 52

Isbn: 9788899599218

Lingua : italiano

Curatore: Caterina Verbaro

€ 10,00

Marta, composto con ogni probabilità nella primavera del 1969, funziona come un viaggio nella propria interiorità capace di schiudere la forza del linguaggio, la valenza salvifica della creazione. Ricostruendo induttivamente la cronologia degli esordi di Giusi Verbaro, Marta, il primo testo di cui abbiamo notizia, precede e prepara la scoperta della poesia, ne delinea lo scenario interiore, smuove il linguaggio e definisce il ritmo del pensiero poetante. Tutta la scrittura poetica degli anni a venire germoglierà da questo racconto giovanile, che ne allestisce atmosfere e congegni espressivi.

Caterina Verbaro

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Giusi Verbaro

Giusi Verbaro (Catanzaro 26 marzo 1938 – Soverato 27 agosto 2015) è stata poetessa, critica letteraria e operatrice culturale. Dopo la laurea in Scienze biologiche, ha insegnato discipline scientifiche nelle scuole e ha vissuto tra la Calabria e Firenze. Tra l’esordio del 1971 con Voglio essere voce e l’ultima raccolta del 2015 Il vento arriva da uno spazio bianco ha pubblicato circa venti raccolte di poesie, oltre a volumi di saggistica letteraria (Un dio per la domenica,1982; Le tracce nel labirinto. Leggere e far leggere la poesia contemporanea, 2015, postumo), curatele di antologie poetiche (Poeti della Calabria, 1982; L’amorosa avventura. Antologia della poesia d’amore italiana contemporanea, 2000), cartelle d’arte (Appunti d’autunno, con Giovanni Marziano, 1995; Nostos, con Alessandro Russo, 1998; Fondali, con Dario Scorza, 2001; Angeli, con Vanni Rinaldi, 2009). Le sue poesie sono state tradotte e pubblicate in Francia, Spagna, Argentina, Grecia, Germania. La plaquette Otto tempi d’amore (1990), tradotta da Paul Courget, è uscita in Francia col titolo Touches d’automne, (Bergerac, Les amis de la poésie, 1992). Tra i molti riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera ricordiamo solo i premi Regium Julii (1972), Nicolardi (1974), Ceppo proposte (1986), De Libero (1989), Lerici-Pea (1990), Gatto (1991), Circe-Sabudia (1998), Camaiore (2008). Alla scrittura poetica Giusi Verbaro ha affiancato un’incessante attività di operatrice culturale: ha fondato e diretto Premi letterari (il Premio Nicolina Cortese Siciliano – Città di Catanzaro, 1986-1997; il Premio Sant’Andrea sullo Jonio,1999-2008; il Premio Cariati, 1989-1991); ha condotto Seminari di approfondimento sulla poesia contemporanea nelle scuole; ha promosso eventi in varie istituzioni culturali in Calabria e a Firenze; ha organizzato convegni e eventi sulla poesia. La sua poetica mantiene al centro alcuni topoi essenziali: la memoria, la ricerca delle tracce, la relazione con gli archetipi, il sogno, il viaggio come metafora esistenziale. Il suo linguaggio poetico, pur mantenendo una costante temperatura metaforica, varia col tempo: appare fortemente sperimentale nelle raccolte degli anni ‘70/80, in linea con le tensioni espressive e intellettuali proprie del periodo (si veda Itaca, Itaca, 1988, che ne costituisce un compendio), caratterizzato dal verso informale e da un lessico di derivazione scientifica; si fa scorciato e ludico nelle raccolte degli anni ’90, centrate sulla tematica amorosa e inclini all’ironia e all’epigramma (si veda ad esempio Le lune e la Regina,1993); assume tonalità più gnomiche e esistenziali nella serie dei “romanzi in poesia” dei primi anni 2000 (si veda ad es. Luce da Hakepa 2001 e Solstizio d’estate 2008). Il Fondo delle sue carte, comprensivo di un ricchissimo carteggio coi maggiori poeti e critici del Novecento, è raccolto presso l’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne dell’Archivio di Stato di Firenze. A Giusi Verbaro è stata inoltre intitolata la Sala di Consultazione della Biblioteca Comunale di Catanzaro Filippo De Nobili e la “Terrazza della poesia” del Comune di Soverato.