di Susana Szwarc

Traduzione di Lucia Cupertino
Genere: Narrativa
Collana: I venti
2024, pp. 96
Isbn: 9788899599287
Lingua: italiano
Curatore: Pasqualino Bongiovanni
€ 16,00
Questo libro è insolito, almeno dal punto di vista della tradizione consolidata […].
Il filo narrativo non è logicamente, né temporalmente sostenuto. Il senso del racconto, un viaggio, uno sradicamento, un costante mal di vivere, i genitori, le sorelle, i figli, il marito, la guaritrice, i simboli di una natura avversa (piove in continuazione, la pozzanghera cresce, ecc.), la forma epistolare, i ricordi, quasi sempre ingrati, l’oltraggio all’anima e al corpo, l’infanzia perduta, le morti, il vuoto che il disamore crea, un materiale ricco e apparentemente disposto in modo caotico che, paradossalmente, costringe a una lettura attenta e intensa, seppure gli elementi costitutivi possano essere smontati nelle loro strutture basilari. La difficoltà sta in questa totalità costruita, fatta di scampoli, di frammenti disarticolati dove lo sfondo si chiama disperazione e fallimento.
Rodolfo Modern
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Susana Szwarc

Susana Szwarc è nata in Argentina nel 1952. Ha pubblicato libri di poesia, testi di narrativa e opere teatrali. Tra le sue ultime pubblicazioni si ricordano l’antologia di racconti La resolana (ConTexto, 2018), quella poetica Decir la suerte (ConTexto, 2021), e la raccolta di poesie Caracú (Pixel, 2021), tutte edite in Argentina. In Spagna, invece, sono stati ristampati i suoi libri Bailen las estepas (Ediciones Liliputienses, 2016), El ojo de Celan (Polibea, 2019), e Ahora Bárbara dice: (Polibea, 2023). Questi ultimi due volumi di poesia sono stati tradotti in francese da Cristina Madero (Barbara dit :, Abra Pampa Éditions, 2011), e in italiano da Alessio Brandolini (L’occhio di Celan, Edizioni Fili d’Aquilone, 2016); mentre la sua opera in prosa Trenzas è stata tradotta in tedesco da Erna Pfeiffer (Zöpfe. Das geraubte Geheimnis, Löcker, 2019). Inoltre, suoi racconti e componimenti poetici sono stati tradotti in diverse lingue tra cui il cinese mandarino, il rumeno e l’inglese. Le sue opere sono state rappresentate in vari teatri argentini e il compositore Cristian Varela ha utilizzato il suo racconto No camines en el barro per la composizione dell’omonima opera andata in scena nel 2011.