di Giovanni Pascoli

Genere: Poesia
Collana: I classici – poesia (ebook)
2015
Formato: PDF
Lingua: italiano
(Prima edizione: 1903)
€ 2,99
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“Myricae” è la prima raccolta poetica di Giovanni Pascoli. Con essa la poesia italiana si libera da certe strutture inamidate e da alcuni temi altisonanti propri della tradizione aprendo, anche attraverso la fedeltà alle piccole cose, al simbolismo e per alcuni versi all’espressionismo. La prima edizione di “Myricae” è del 1891 e comprende soltanto ventidue componimenti. L’edizione definitiva, dopo lunghe e complesse rivisitazioni, viene pubblicata nel 1903 e contiene invece ben centocinquantasei liriche. “Myricae” è il nome latino di un arbusto: le tamerici (che verranno cantate anche da D’Annunzio). Il titolo della raccolta pascoliana, come indicato anche dall’epigrafe alla prima edizione, deriva dal verso della IV egloga di Virgilio: «Non omnes arbusta iuvant humilesque Myricae», ossia “Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici”, proprio ad indicare l’umile ambientazione dell’intera raccolta.
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Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855. Suo padre è amministratore in una tenuta dei principi Torlonia. Da ragazzo studia ad Urbino nel collegio degli Scolopi, poi nei licei di Rimini e Firenze. Nel 1867 l’assassinio del padre è il primo di altri dolorosi lutti che determineranno la disgregazione del nido familiare segnando profondamente per tutta la vita l’animo del poeta. Nel 1873, grazie ad una borsa di studio, si iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Bologna, dove diviene allievo di Carducci. L’avvicinamento ai movimenti sindacali e all’ambiente socialista bolognese gli costa mesi di carcere ed una profonda depressione. Grazie ai continui stimoli di Carducci si laurea nel 1882 ed inizia a lavorare come insegnante prima nei licei e poi succedendo allo stesso Carducci dopo il suo pensionamento. Nel 1891 pubblica la sua prima raccolta poetica “Myricae”. Nel 1895 si trasferisce con la sorella Maria (con la quale vivrà fino alla morte) a Castelvecchio di Barga, dove aveva comprato una casetta. Nel 1903 pubblica i “Canti di Castelvecchio”. Muore a Bologna nel 1912 in seguito ad un tumore al fegato.