di Luigi Pirandello

Genere: Narrativa
Collana: I classici – narrativa (ebook)
2015
Formato: PDF
Lingua: italiano
(Prima edizione: 1926)
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“Uno, nessuno e centomila” è uno dei romanzi più famosi di Luigi Pirandello e nello stesso tempo rappresenta l’opera nella quale il pensiero dell’autore trova forse la sua sintesi più completa ed efficace. Edito dapprima sulla rivista “La Fiera letteraria” sotto forma di romanzo a puntate, viene poi pubblicato in volume (1926) dall’editore Bemporad di Firenze. Tutta la storia del romanzo nasce da un futile discorso – pronunciato nell’ambito di un’apparente e banale quotidianità – tra la moglie Dida e il personaggio principale Vitangelo Moscarda, nel quale la donna fa notare al protagonista alcune sue piccole imperfezioni fisiche. Da questo momento in poi Moscarda si rende conto di essere per gli altri diverso da come è per sé stesso. Ha inizio così per l’uomo una profonda crisi di identità ed un travagliato percorso che avrà come unico obiettivo la ricerca e la scoperta di sé stesso.
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Luigi Pirandello

Luigi Pirandello nasce nel 1867 nei pressi di Girgenti (odierna Agrigento) in una famiglia dell’agiata borghesia dedita al commercio e all’estrazione dello zolfo. Entrambi i genitori erano di sentimenti liberali e antiborbonici. Dopo aver compiuto gli studi classici a Palermo ed aver intrapreso nella stessa città siciliana gli studi universitari, si trasferisce prima a Roma e poi a Bonn dove si laurea in Filologia romanza. Successivamente si stabilisce nuovamente a Roma dove inizia a collaborare con diverse riviste. Nel 1894 sposa Antonietta Portulano, figlia di un ricco socio del padre, dalla quale avrà tre figli. Nel 1897 ottiene la cattedra di stilistica e poi quella di letteratura italiana presso l’Istituto Superiore di Magistero. La rovina dell’azienda paterna e il conseguente disfacimento patrimoniale della sua stessa famiglia segnano, a partire dal 1903, l’inizio di un periodo assai difficile della sua vita. La moglie precipita in una grave crisi paranoica che l’accompagnerà per tutta la vita e che costringerà lo scrittore al ricovero definitivo della donna in una clinica romana. Nel 1904 sulla rivista “Nuova Antologia” esce a puntate “Il fu Mattia Pascal”. Il successo dell’opera è tale che l’editore Emilio Treves di Milano decide di occuparsi della pubblicazione delle sue opere. Nel 1924 suscita scalpore la sua richiesta di iscrizione al partito fascista dal quale ottenne comunque appoggi e finanziamenti per la fondazione del Teatro d’Arte di Roma (1925) che egli stesso diresse. Crea una propria compagnia nella quale, come interprete principale delle sue scene, vuole la giovane Marta Abba alla quale resterà legato fino alla morte da una profonda passione sentimentale. Nel 1929 viene nominato Accademico d’Italia e nel 1934 gli viene conferito il Nobel per la Letteratura. Muore a Roma nel 1936.