Verbaro, Giusi

Giusi Verbaro (Catanzaro 26 marzo 1938 - Soverato 27 agosto 2015) è stata poetessa, critica letteraria e operatrice culturale. Dopo la laurea in Scienze biologiche, ha insegnato discipline scientifiche nelle scuole e ha vissuto tra la Calabria e Firenze. Tra l’esordio del 1971 con Voglio essere voce e l’ultima raccolta del 2015 Il vento arriva da uno spazio bianco ha pubblicato circa venti raccolte di poesie, oltre a volumi di saggistica letteraria (Un dio per la domenica,1982; Le tracce nel labirinto. Leggere e far leggere la poesia contemporanea, 2015, postumo), curatele di antologie poetiche (Poeti della Calabria, 1982; L'amorosa avventura. Antologia della poesia d'amore italiana contemporanea, 2000), cartelle d’arte (Appunti d'autunno, con Giovanni Marziano, 1995; Nostos, con Alessandro Russo, 1998; Fondali, con Dario Scorza, 2001; Angeli, con Vanni Rinaldi, 2009). Le sue poesie sono state tradotte e pubblicate in Francia, Spagna, Argentina, Grecia, Germania. La plaquette Otto tempi d'amore (1990), tradotta da Paul Courget, è uscita in Francia col titolo Touches d'automne, (Bergerac, Les amis de la poésie, 1992). Tra i molti riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera ricordiamo solo i premi Regium Julii (1972), Nicolardi (1974), Ceppo proposte (1986), De Libero (1989), Lerici-Pea (1990), Gatto (1991), Circe-Sabudia (1998), Camaiore (2008). Alla scrittura poetica Giusi Verbaro ha affiancato un'incessante attività di operatrice culturale: ha fondato e diretto Premi letterari (il Premio Nicolina Cortese Siciliano – Città di Catanzaro, 1986-1997; il Premio Sant'Andrea sullo Jonio,1999-2008; il Premio Cariati, 1989-1991); ha condotto Seminari di approfondimento sulla poesia contemporanea nelle scuole; ha promosso eventi in varie istituzioni culturali in Calabria e a Firenze; ha organizzato convegni e eventi sulla poesia. La sua poetica mantiene al centro alcuni topoi essenziali: la memoria, la ricerca delle tracce, la relazione con gli archetipi, il sogno, il viaggio come metafora esistenziale. Il suo linguaggio poetico, pur mantenendo una costante temperatura metaforica, varia col tempo: appare fortemente sperimentale nelle raccolte degli anni ‘70/80, in linea con le tensioni espressive e intellettuali proprie del periodo (si veda Itaca, Itaca, 1988, che ne costituisce un compendio), caratterizzato dal verso informale e da un lessico di derivazione scientifica; si fa scorciato e ludico nelle raccolte degli anni ’90, centrate sulla tematica amorosa e inclini all’ironia e all’epigramma (si veda ad esempio Le lune e la Regina,1993); assume tonalità più gnomiche e esistenziali nella serie dei “romanzi in poesia” dei primi anni 2000 (si veda ad es. Luce da Hakepa 2001 e Solstizio d'estate 2008). Il Fondo delle sue carte, comprensivo di un ricchissimo carteggio coi maggiori poeti e critici del Novecento, è raccolto presso l’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne dell’Archivio di Stato di Firenze. A Giusi Verbaro è stata inoltre intitolata la Sala di Consultazione della Biblioteca Comunale di Catanzaro Filippo De Nobili e la “Terrazza della poesia” del Comune di Soverato.





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