Svevo, Italo

Italo Svevo (pseudonimo di Aron Hector Schmitz) nasce a Trieste nel 1861 in un’agiata famiglia ebrea. Segue gli studi commerciali (prima a Segnitz, in Baviera, e poi a Trieste), ma senza mai trascurare la cultura letteraria tedesca e italiana. Nel 1880, dopo il fallimento dell'azienda paterna, inizia a lavorare presso la filiale triestina dell’Unionbank di Vienna. Il lavoro impiegatizio non gli impedirà mai di coltivare il forte interesse per la letteratura. Nel 1896 sposa la ricca Livia Veneziani e lavora nell’azienda del suocero. Nel 1892, anno in cui muore suo padre, pubblica il suo primo romanzo “Una vita”, mentre nel 1898 dà alle stampe “Senilità”, ma entrambe le opere non ottengono consensi. Nel 1907 conosce, come professore d’inglese dal quale prende lezioni, lo scrittore irlandese James Joyce, esule a Trieste, con il quale stringe una feconda amicizia letteraria. Negli anni successivi, attraverso le opere di Sigmund Freud, scopre la psicanalisi e traduce “La scienza dei sogni”. Nel 1923 pubblica “La coscienza di Zeno”, ma ancora una volta la sua opera viene trascurata e sottovalutata dalla critica e dal pubblico. Il successo di questo suo terzo romanzo arriva grazie all’amico Joyce il quale, a Parigi, propone l’opera ad alcuni importanti critici francesi. Intanto, anche in Italia, Eugenio Montale con il suo saggio critico “Omaggio a Svevo” impone l’opera dello scrittore triestino all’attenzione della critica italiana. Muore nel 1928 a Motta di Livenza in seguito ad un grave incidente automobilistico.







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La coscienza di Zeno - I. Svevo

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